Dopo mesi di discussioni e disaccordi sul disegno di legge che deve regolare gli affitti brevi, il ministero del Turismo aveva deciso di accelerare l’iter legislativo con l’idea di presentare come decreto legge urgente la bozza di ddl su cui il ministero discuteva da marzo scorso con le associazioni di settore, con forti divergenze tra le associazioni dell’extralberghiero che trovano il testo punitivo e le associazioni alberghiere che in alcuni casi pensano che il ministero non abbia calcato abbastanza la mano.
E’ così circolata una nuova bozza che conteneva le motivazioni di improrogabilità e urgenza utili per realizzare il decreto: questo testo però ha acceso le proteste all’interno della stessa maggioranza, a partire dal ministro dei Trasporti Salvini che ha dichiarato che la proprietà privata è sacra e non può essere limitata. Così il decreto è rientrato nei ranghi e il ministro Santanché si è affrettato a smentire all’Ansa: “Non capisco chi parla di decreto legge sugli affitti brevi, io sono il ministro e ho sempre detto che doveva essere un disegno di legge. E’ una materia complessa dove nesssun altro ha voluto mettere le mani e non è una questione di governo, è giusto che se ne occupi il Parlamento e si arrivi a un testo condiviso”.
Nella nuova bozza, che assicuriamo non è un’invenzione dei giornalisti, veniva confermato il minimum stay di due notti previsto nel centro città dei comuni capoluogo delle città metropolitane, ma con l’esclusione per famiglie numerose, con almeno tre figli. Confermato anche il CIN, codice identificativo nazionale, che andrà a sosituire quelli regionali e comunali entro 60 giorni dall’entrata in vigore, con obbligo di esposizione sull’appartamento, sul palazzo e in tutti gli annunci di affitto. Resta anche l’abbassamento a due del numero di proprietà oltre il quale si presume che la locazione sia imprenditoriale e non può più essere tassata con la cedolare secca, ma richiede l’apertura di una posizione iva.
Novità sugli obblighi per l’anticendio: la normativa a cui sono sottoposti gli alberghi sarà applicata a chi dà in locazione oltre 25 posti letto nello stesso stabile. Resta invece per tutti l’obbligo dei rilevatori di monossido di carbonio e di estintori portatili. Restano poi salatissime le multe e viene aggiunta la postilla che l’esazione sarà a carico dei comuni che potranno usare i proventi per il turismo o per la raccolra dei rifiuti.
Un testo, che proponiamo di seguito, che sicuramente cambierò ancora, avrà ora tempi più lunghi e genererò sicuramente ulteriore dibattito