L’associazione dei property manager italiani Aigab, fondata dalle 5 principali società di property management italiane, prende posizione sulle norme contenute in Finanziaria che riguardano gli affitti brevi. La bozza che sarà discussa in Parlamento contiene infatti due punti che riguardano il settore extralberghiero: il limite di 4 immobili per definire l’esistenza di attività imprenditoriale e l’attuazione del codice identificativo unico nazionale. Spiega l’associazione in una nota: “Se il tema di queste nuove azioni annunciate dal Governo e contenute nella Finanziaria è quello della lotta all’evasione la limitazione a 4 appartamenti di proprietà appare pressoché inutile ai fini di una seria ed efficace regolamentazione del mercato: basti pensare che sulla totalità dei circa 4500 proprietari, persone fisiche, che hanno affidato la gestione dei propri immobili alle 5 aziende fondatrici di Aigab, le più grandi in Italia sul mercato degli affitti brevi, ebbene coloro che possiedono più di 4 appartamenti sono solo dieci, rappresentando lo 0,2% dei proprietari. Da questo possiamo dedurre che i proprietari di molti appartamenti dedicati agli affitti brevi operano tutti sotto forma di società e non sono soggetti a cedolare secca”,
AIGAB si dichiara invece favorevole al tema del codice identificativo unico nazionale: “Per quanto riguarda l’annuncio sulla creazione di un codice unico nazionale coordinato dal MIBACT, vanno delineati nel merito i dettagli: potrebbe essere una cosa buona se inserito in un contesto di armonizzazione delle normative regionali, di snellimento di procedure e semplificazione dei requisiti per poter promuovere e gestire appartamenti a breve termine. Non solo per facilitare la vita agli operatori professionali, ma anche per rendere più facili i controlli alle autorità, e comunque a condizione che non preluda a future limitazioni sul numero di immobili da destinare agli affitti brevi. Il codice unico può essere un passo avanti, ma potrebbe essere una misura inefficace se non applicata fino in fondo e se non accompagnata da un sistema di sanzioni rigoroso”.
“Ben venga qualsiasi iniziativa di contrasto al sommerso ma la priorità è porre le basi per un vero sviluppo sostenibile degli affitti brevi – conclude Aigab – Pensare di fare una nuova riforma senza ascoltare gli imprenditori che poi quelle norme dovranno applicare ci sembrerebbe l’ennesima occasione persa. Ribadiamo che siamo a disposizione del Legislatore come addetti ai lavori così come ribadiamo la nostra disponibilità a collaborare con i tecnici che hanno scritto le norme e le porteranno avanti”.